Oggi mi sono imbattuto in un articolo pubblicato sul sito Citywire dal titolo: “I PIR SPINGONO LA RACCOLTA DI BANCA MEDIOLANUM”.
Incuriosito dal titolo inizio a leggerlo ed ho la conferma di quello che mesi fa avevo pronosticato ad alcuni miei colleghi: Mediolanum, come molte altre società, sta spingendo forsennatamente la vendita dei PIR raccogliendo risparmi per decine e decine di milioni. Il risparmio fiscale – diciamolo chiaramente – è uno degli argomenti più interessanti per i cittadini italiani, pertanto i promotori finanziari cavalcano l’onda sottoponendo a chiunque questo tipo di strumento, probabilmente anche a coloro che non sono troppo avvezzi ad un rischio così elevato.
L’A.D. di Banca Mediolanum dichiara nell’articolo che gran parte dei 600 milioni raccolti da inizio anno dalla rete di promotori finanziari sono confluiti appunto in questa “nuova” tipologia di strumenti che poi, nella sostanza, di nuovo ha ben poco, tranne appunto il trattamento fiscale delle plusvalenze.
Massimo Doris continua la sua intervista proclamando tutto il suo orgoglio nel riuscire a sostenere l’economia del proprio paese. Riportiamo integralmente il testo: “Sono orgoglioso del risultato conseguito sui PIR se si considera che il miliardo e oltre già raccolto viene investito a sostegno del Paese, in particolare direttamente nelle piccole e medie imprese.”
Un paladino dell’economia del Bel paese!
Tutto molto bello e poetico, ma siamo sicuri che per i clienti Mediolanum sia così vantaggioso o forse forse il vantaggio maggiore, alla fine della storia, l’ottiene soprattutto Banca Mediolanum?
Noi di Tekta abbiamo analizzato i Piani Individuali di Risparmio (P.I.R.) attualmente sul mercato, classificandoli in funzione dei loro costi di gestione e tutto ci è apparso più chiaro, anche le parole di Doris. Vi riporto di seguito, senza commentare ulteriormente, la classifica dei PIR ordinata in base ai costi di gestione annui.
Meditate gente meditate!!!