PAC, acronimo di Piano di Accumulo del Capitale, risulta essere una delle forme d’investimento più datate, più semplici e più efficaci che ogni investitore può realizzare al fine di accumulare capitale.
Gli obbiettivi di tale investimento sono molteplici, come, ad esempio, la previdenza, le spese future o semplicemente come metodo d’investimento.
L’obiettivo principale del PAC è quello di permettere a chi, pur non possedendo capitali, ha un flusso di risparmio costante di poter investire periodicamente (versamenti mensili, trimestrali o semestrali…) nei mercati azionari.
Il più grande vantaggio di questo metodo è quello di dilazionare l’acquisto del mercato e quindi rendere irrilevante per il risparmiatore la valutazione del momento, definito market timing. Questo metodo d’investimento richiede però costanza nel tempo e soprattutto la determinazione di non abbandonare il piano dei versamenti quando i mercati scendono e le perdite aumentano. E’ proprio in questo momento che il PAC diventa più efficace permettendo di acquistare un numero maggiore di quote dello strumento finanziario scelto e facendo così diminuire il prezzo medio di acquisto.
Il grafico rosso rappresenta il prezzo dell’ ETF specializzato sullo S&P500
e il grafico blu indica il numero di quote acquistato.
Periodo 2002 – 2012
E’ interessante notare come nel picco minimo del mercato azionario americano si sarebbe comprato il doppio delle quote rispetto al momento in cui il mercato era sui massimi. Ciò significa che avremmo comprato il mercato a prezzi fortemente scontati, cosa che in pochi riescono a fare quando le cifre in gioco sono ben altre rispetto alla rata mensile e soprattutto in assenza di una strategia quale quella del PAC.
Fino adesso abbiamo espresso tutti concetti generici tipici del PAC gestito con il metodo classico, dove investiamo ad intervalli temporali regolari (ad esempio un mese) la stessa somma di denaro per acquistare le quote di un fondo o di un ETF. Tale metodo in finanza è definito Dollar Cost Average.
Esiste però un altro metodo di gestione del PAC che funziona in maniera eccellente e molte volte meglio del PAC classico. Tale tecnica di money management, ideata negli anni ’80 da Michael Edleson docente di Harvard, è definita Value Averaging. Il concetto di fondo di tale metodologia è quella di considerare le variazioni del mercato per incrementare o diminuire il denaro da investire. Tale approccio permette di incrementare l’importo nelle fasi di discesa dei mercati e diminuire le somme di denaro nelle fasi di rialzo dei mercati. Tale gestione impatta fortemente sul prezzo medio di acquisto riducendolo rispetto a quello che otteniamo con l’applicazione del classico PAC Dollar Cost Average.
I due approcci presentano vantaggi e svantaggi. In tutti i casi abbiamo il vantaggio di eliminare la componente stagionale, riducendo al massimo la tempistica errata. Inoltre il PAC permette di eliminare l’errore più grave e ricorrente: l’emotività dell’investimento.
I sottoscrittori di uno strumento finanziario, nella maggior parte dei casi, decidono di investire o disinvestire sulla base dell’ultima tendenza, con un’accentuazione del fenomeno in presenza di alta volatilità. Questa situazione conduce alla trappola dell’emotività, che vede l’investitore acquistare solo quando i prezzi sono vicini ai massimi e disinvestire quanto le quotazioni sono vicine ai minimi.
Il Value Averaging ha il vantaggio, rispetto al PAC tradizionale, di diminuire il capitale investito man mano che il mercato cresce e addirittura prendere profitto, disinvestendo parte del capitale, in presenza di forti movimenti al rialzo e incrementare l’investimento nelle fasi di depressione del mercato. Dall’altra possiamo elencare fra gli svantaggi una minore automaticità perchè ogni mese dobbiamo valutare l’importo da versare o magari da disinvestire. Raramente troviamo intermediari che forniscono servizi automatici per la gestione del PAC Value Averaging.
Ricordiamo che il Piano di Accumulo è un “metodo”, e scegliere lo strumento errato può renderlo inefficace. Per questo suggeriamo l’utilizzo di ETF evitando, assolutamente, l’utilizzo di polizze e fondi.