Skip to content Skip to footer

La trasformazione dell’economia mondiale

Tempo di lettura: 3 minuti

Il pensiero tradizionale di chi opera nei mercati dei capitali è che, al fine di evitare il rischio, si debba acquistare società a grande capitalizzazione con attività stabili, tonnellate di liquidità, un sacco di guadagni, bassa volatilità e, preferibilmente, elevati dividendi. Tutto questo sulla base che questo tipo di aziende continueranno a crescere, qualunque cosa accada, e manterranno sempre al sicuro i tanto sudati risparmi.

Secondo voi è sempre così? Veramente le Big Stocks del mercato permettono di ottenere i migliori ritorni per il nostro portafoglio azionario?

Ognuno di voi avrà una sua idea ovviamente e le proprie convinzioni. Io mi limito a riportare l’elenco delle più grandi aziende del mondo nel 2001 confrontato con l’elenco delle più grandi aziende del mondo oggi.

Beh, non mi pare ci siano troppe conferme.

 

L’elenco del 2001 include General Electric, Exxon, Citigroup, Walmart, e Pfizer in cima. Nessuna di queste aziende è entrata nella top 10 oggi. Infatti, delle 10 più grandi aziende del mondo nel 2001, solo due di esse (Microsoft e J&J) rimangono oggi nella top 10 .  E nel 2031 quali aziende saranno nella Top Ten?

Per rendere comprensibile il concetto abbiamo confrontato il portafoglio composto delle aziende presenti nella Top 10 ad inizio 2001 confrontandolo in maniera molto semplice con l’indice S&P500 Total Return. E’ evidente che le regole di composizione dell’indice permettono di seguire, seppur lentamente e in ritardo, l’evoluzione economica e la crescita di nuovi colossi aziendali. Quelle aziende come, ad esempio Tesla, che da micro cap è entrata di diritto nell’indice S&P500. Il risultato è evidente:

 

 

 

 

Il portafoglio delle Big Stock del 2001 (linea rossa) ha nettamente sotto-performato l’indice S&P500. Osservando la tabella che segue:

 

possiamo certamente affermare che scegliere le aziende con maggior capitalizzazione, migliori dividendi e attività consolidate ci permette di diminuire “relativamente” la volatilità del nostro portafoglio ma non possiamo ugualmente affermare che riusciamo ad ottenere la miglior performance.

Non sempre acquistare ciò che è grande oggi è la scelta migliore. Il capitalismo è caratterizzato dalla distruzione creativa. Niente dura per sempre in un’economia in cui tutti sono incentivati ​​a diventare sempre più grandi, fare meglio ed essere più forti. Queste sono le regole del gioco.

Dimentichiamo il presente e concentriamo sul futuro e prendiamo spunto dai molteplici esempi, ricordando inoltre che l’innovazione non nasce mai dalle aziende ormai consolidate.

Alcuni esempi: Blockbuster non ha creato Netflix, Sony music non ha fondato Spotify, Uber sta sostituendo i taxi e potrei continuare all’infinito….dimenticavo, Walmart non ha neppure immaginato di trasformarsi in quella che oggi è Amazon.

Forse investire guardando lo specchietto retrovisore non è il massimo.

 

Go to Top
Iscriviti alla newsletter di tekta scf

Ricevi i nostri
"Avvisi ai Naviganti"

Iscriviti alla newsletter di tekta scf

Ricevi i nostri
"Avvisi ai Naviganti"

Assistente virtuale