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L’economia spaziale sta prendendo vita

Tempo di lettura: 2 minuti

Le cose si stanno muovendo velocemente, molto velocemente, in ogni settore della tecnologia. La Space Race 2.0 si sta muovendo ancora più velocemente. In quest’ultima settimana sono successe molte cose che ci fanno comprendere quanta energia abbia il settore.

SpaceX ha effettuato un primo lancio di prova del suo nuovissimo prototipo di razzo, Starship e contestualmente ha lanciato una campagna di assunzione per tecnici e ingegneri. Rocket Lab ha lanciato sette piccoli satelliti nell’orbita terrestre, portando a 104 il numero totale. La NASA ha presentato il progetto Commercial LEO Destinations (CLD), che prevede di assegnare fino a 400 milioni di dollari a ben quattro società per iniziare lo sviluppo di stazioni spaziali private.

All’appello non poteva mancare Cathie Wood che, in quest’ultimo anno, ha fatto parlare di se per la sua ricerca spinta ed efficace sulle innovazioni dirompenti. Proprio questa settimana Cathie Wood e Ark Invest hanno lanciato il loro nuovo ARK Space Exploration & Innovation ETF ( ARKX ).

Non dobbiamo dimenticarci di altri player come Blue Origin di Jeff Bezos, che si concentra sulla colonizzazione del sistema solare e Virgin Galactic di Richard Branson, che lavora sui voli spaziali suborbitali per i turisti spaziali.

La corsa verso lo spazio è solamente all’inizio ed è importante ricordare che tutte le compagnie spaziali sono startup con tutte le incertezze che tale tipologia di azienda porta con se. Nel settore, però, vi è una grande certezza: i suoi maggiori investitori e utenti saranno i governi. Basti pensare a strumenti molto più semplici come i droni per la sorveglianza e l’intelligence … i satelliti per il monitoraggio delle risorse e le comunicazioni spaziali … e i sistemi di difesa missilistica aerea.

Questi strumenti sono già ampiamente utilizzate dai governi, in primis quello degli Stati Uniti e questo significa che gli investimenti in queste tecnologie accelereranno in modo esponenziale nei prossimi anni man mano che la tecnologia sottostante migliora, i costi scendono e l’immissione di droni e satelliti nello spazio diventa molto più fattibile.

Quando noi pensiamo ad un arco temporale di 6-10 anni sembra un tempo relativamente breve ma in questa Crazy Space Race 2.0 non è così; 10 anni è una finestra temporale enorme nella quale convergeranno così tante innovazioni che rende veramente difficile comprenderne l’impatto.

Oggi per noi è tremendamente difficile credere a CNN Travel quando pubblica l’articolo “World’s first space hotel scheduled to open in 2027” dove descrive la struttura del primo hotel spaziale in orbita attorno alla terra.

E’ difficile immaginare che nel 2025 i lanci di razzi nello spazio saranno all’ordine del giorno e che entro il 2030 piccoli satelliti copriranno la Terra, fornendo di tutto, dai dati meteorologici e di monitoraggio delle risorse, all’energia solare, alla copertura Internet spaziale. E sarà ancora più difficile, per noi ma non per gli imprenditori visionari, immaginare un 2035 dove potremmo volare da e verso lo spazio come oggi lo facciamo tra le città.

L’economia spaziale globale, in 20 anni, avrà un valore enorme e coprirà tutto, dall’estrazione mineraria, alla colonizzazione, al turismo, ai dati e tutto il resto.

La corsa è appena iniziata.

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