I momenti di discesa dei prezzi, nei mercati finanziari, sono quelli nei quali si costruisce il rendimento. Se non ci fossero queste fasi, di fatto, sarebbe impossibile avere un rendimento dai nostri risparmi.
Paradossalmente per la maggior parte degli investitori sono i momenti più problematici, nei quali molti distruggono i propri risparmi con scelte avventate, come quella di vendere proprio nei momenti nei quali i mercati finanziari offrono le migliori opportunità di rendimento futuro.
Le cause sono molteplici, ma si possono ricondurre alle due principali.
La prima è la mancanza di conoscenza. Gli investitori non sono preparati psicologicamente. Come vedremo, le discese dei mercati finanziari hanno delle caratteristiche comuni, abbastanza facilmente riconoscibili, almeno per chi ha un po’ di esperienza. Come per tutte le cose, quando le conosci creano meno tensione.
La seconda causa sono i mezzi d’informazione che forniscono all’investitore informazioni fuorvianti e spesso dannose quando non semplicemente false.
Si attribuisce a Warren Buffett la massima secondo la quale i mercati finanziari sono l’unico negozio al mondo nel quale, quando ci sono i saldi, la gente, invece di fare ressa per comprare a prezzi stracciati, si dilegua.
Saper leggere dietro il contingente
Per imparare a leggere le dinamiche della discesa dei prezzi è fondamentale non farsi distrarre dalle specifiche motivazioni razionali che spingono – apparentemente – gli operatori a vendere. In questa specifica fase i due temi centrali sono la dinamica dell’inflazione collegata alle politiche delle banche centrali e le tensioni geopolitiche collegate al tema dell’energia. I due temi si fondono insieme e generano il timore di una recessione economica.
Cercare di sviscerare questi temi per capire fino a che punto arriverà la discesa dei prezzi è fuorviante. Certamente, ogni volta che i prezzi si muovono, dietro questi movimenti ci sono anche argomenti razionali, ma i prezzi si muovono anche perché le dinamiche profonde dei mercati finanziari implicano che i prezzi si devono muovere. Se non fosse per i temi che ho appena accennati, i prezzi si muoverebbero per altre vicende, come è successo in passato ed accadrà in futuro. Bisogna imparare a guardare dietro il contingente e comprendere che i mercati finanziari hanno una loro dinamica che si intreccia con le varie notizie del momento, ma non ne sono completamente governate. La stessa identica notizia, a seconda della fase nella quale il mercato si trova, può generare un effetto di forte risalita dei prezzi, così come una forte discesa.
Livelli chiave delle discese
Per questioni di brevità, limitiamoci a parlare dei mercati azionari nel suo insieme, cioè gli indici azionari più diversificati (come lo S&P500 o l’MSCI World). Indici più specifici, come ad esempio il Nasdaq, hanno dinamiche simili, ma con valori amplificati.
Per discesa, intendiamo convenzionalmente quella rispetto ai livelli massimi raggiunti nell’ultimo anno.
Quando sono nell’ordine del 5%, se avvengono nell’arco di 7-10 giorni, non si devono neppure considerare vere e proprie discese. Sono normali fluttuazioni dei mercati.
Se invece l’indice scende in un giorno solo del 5% è un chiaro indicatore che il mercato ha cambiato umore in modo relativamente duraturo. Nella mia vita professionale di oltre vent’anni di analisi quotidiana dei mercati (ma anche di studio dei racconti di grandi investitori del passato) ho sperimentato chiaramente che ogni volta che un indice ben diversificato, venendo da una fase positiva, scende per la prima volta in un giorno oltre il 5% sono sempre seguiti alcuni mesi di mercati turbolenti. Si può riprendere per qualche settimana o un mese, dando l’impressione che tutto torni come prima, ma è solo questione di tempo.
Ci sono poi le correzioni nell’ordine del 10/15%. Anche queste sono normali e rappresentano occasioni di acquisto all’interno di un ciclo positivo dell’azionario. Occasioni di acquisto non significa che bisogna investire tutto quello potenzialmente destinato all’azionario. Significa che può essere una buona regola iniziare a comprare qualcosa quando c’è una discesa nell’intorno del 15%, sapendo che poi potrebbero esserci ulteriori discese nelle quali saremo pronti a comprare ancora. Ma sapendo anche che questa discesa del 15% potrebbe essere un punto di minimo relativo all’interno di un trend positivo che potrebbe durare ancora anni. E’ utile ricordarci sempre che nei mercati finanziari le salite sono processi, mentre le discese sono eventi. Le salite durano molto di più delle discese ed in genere sono molto più “noiose”, meno eclatanti (salvo l’ultima fase di euforia). Le discese durano molto meno, ma fanno tanto più rumore e – in genere – sono collegate a qualche notizia che catalizza l’attenzione degli investitori. Le correzioni nell’ordine del 10/15% in genere impiegano da tre a sei mesi per realizzarsi. L’umore che accompagna il mercato è di una certa compiacenza e negazione che il trend sia terminato. Spesso è vero, ma di tanto in tanto…
Dopo arrivano le vere e proprie discese dei mercati nell’ordine del 20/25%. Qui la cosa inizia a farsi seria. Gli aspetti psicologici diventano predominanti. Il sentimento dominante è la paura. Queste discese sono le più difficili da leggere perché possono essere sia eccellenti occasioni di acquisto che fanno ripartire un nuovo trend, sia una fase di passaggio che porti ai livelli di discese successive. Affinché una discesa del genere si realizzi in genere servono due o tre trimestri. Se capitano discese del genere in poco tempo è probabile che vi sia una ripresa velocissima, oppure significa che è solo un punto di passaggio verso la fase successiva. Per discernere fra le due opzioni diventa chiave l’andamento dell’economia. Se l’economia è ancora molto forte potrebbe essere una buonissima occasione di acquisto, se l’economia sta per andare in recessione (ovviamente nessuno lo può prevedere, ma l’economia è un po’ più leggibile dei mercati finanziari) è più probabile che la discesa non sia ancora finita.
Il penultimo livello chiave è una discesa superiore ad un terzo rispetto al suo valore massimo. Un percentuale simbolica è il 35%. E’ una forte discesa dei mercati. Questa discese si realizzano quasi sempre all’interno di una recessione economica. Talvolta è già conclamata, altre volte verrà riconosciuta dopo qualche mese. Molte singole azioni, anche importanti, in questo contesto crollano di percentuali ben superiori al 50% dai massimi. Il mercato presenta eccellenti occasioni di acquisto. Chi sa riconoscere in queste fasi opportunità di acquisto, può fare veramente grandi affari. I sentimenti prevalenti negli operatori sono il panico e la disperazione. Una discesa del genere impiega da mezzo anno ad un anno intero.
L’ultimo livello di discesa è quello tra il 40 ed il 50% dell’indice. Si può considerare un tracollo. Questo livello si può raggiungere solo quando all’interno di una discesa supere ad un terzo dell’indice, durante una recessione economica, si presenta un fattore esterno catalizzatore di ulteriore panico. L’esempio eclatante è stato l’11 settembre 2001 venuto dopo lo scoppio della bolla di internet. Discese di questo tipo, per realizzarsi richiedono un anno o più dall’inizio, ma l’ultima fase in genere è abbastanza breve ed i recuperi (rispetto all’ultima fase) sono abbastanza veloci. Il clima generale è quello della capitolazione ed i sentimenti prevalenti negli investitori sono l’avvilimento, il disgusto e la rassegnazione. In questa fase ci sono le occasioni che in genere capitano una volta sola nella vita.
Lezioni da trarre
Avere un’idea delle dimensioni e della durata delle fasi di discesa dei mercati aiuta a non spaventarsi ed a saperle sfruttare.
Quando i mercati scendono, tanti investitori tendono a pensare (ma è più un “sentire”) che lo faranno per sempre. Vedono l’aspetto negativo, non l’opportunità, perché perdono fiducia nel fatto che il mercato tornerà ad apprezzare quelle stesse azioni che oggi svende. Spesso il problema è anche quello di non aver progettato gli investimenti per avere sufficiente liquidità per comprare.
Le discese durano relativamente poco rispetto alle fasi di risalita dei prezzi.
Non è importante perché il mercato stia scendendo.
Gli investitori non dovrebbero cadere nella trappola di perdere tempo a capire se la discesa sia dovuta all’inflazione, alla guerra, a questo o a quello.
Oltre ad un certo limite, gli indici fortemente diversificati, non scendono.
Quando scendono, sappiamo che torneranno certamente sopra i livelli massimi raggiunti.
Ovviamente non sappiamo mai quanto tempo ci impiegheranno, ma avendo la possibilità di comprare sulle discese, abbiamo la possibilità di accorciare moltissimo i tempi di recupero ed aumentare di molto i rendimenti di lungo termine. Non sapremo mai neppure se una correzione si trasformerà in una vera e propria discesa o se tornerà da subito a fare nuovi massimi. Né sapremo mai se da una “normale discesa” recupereremo o arriveremo ad una discesa ancora più forte o addirittura ad un tracollo.
Queste sono cose che non possiamo sapere, ma il punto è che non è indispensabile saperlo. Già conoscere queste dinamiche ci aiuta tantissimo a trarne un enorme vantaggio.
In primo luogo non ci facciamo prendere dal panico. Se il portafoglio ha un rendimento negativo per un anno o due, se l’investitore ha fatto bene i conti con il proprio budget ed i propri obiettivi di vita collegati ad esigenze finanziarie, non dovrebbe mai essere un problema.
Questi anni di rendimenti negativi sono un po’ come l’inverno per l’agricoltura, servono per consentire ai mercati di continuare a fornire rendimento in futuro.
Queste sono le fasi nelle quali si distinguono gli investitori adulti da quelli ancora immaturi.