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Uno sguardo sul Social Lending, il prestito fra privati

Tempo di lettura: 3 minuti

Fino a poco tempo fa era impensabile credere di poter ottenere un prestito senza utilizzare il canale bancario. Con l’avvento del prestito fra privati, meglio conosciuto come Social Lending, tutto questo invece appare possibile, in quanto domanda e offerta possono incontrarsi direttamente senza l’intervento di alcun tipo di intermediario.

L’evoluzione continua della tecnologia e l’utilizzo sempre più diffuso di internet hanno incentivato il rapporto diretto tra privati in molti settori, ad esempio ha reso possibile affittare case in tutto il mondo con Airbnb, o condividere l’auto con Blablacar o magari vendere i nostri oggetti con Ebay; attraverso il web abbiamo anche la possibilità di prestarci soldi fra privati.
Più che rivoluzione secondo noi si tratta di un’evoluzione, perché di fatto stiamo assistendo ad un processo di “democratizzazione” del settore, dove oggi i privati possono utilizzare strumenti che ieri erano esclusivamente di utilizzo dei professionisti.

Guardando un po’ alla storia, il fenomeno del Social Lending nasce nel 2005 in Inghilterra con il sito web Zopa per poi diffondersi negli Stati Uniti appena due anni dopo con la società Lending Club.
E in Italia? Come sempre il nostro paese è molto lento e restio ad introdurre novità, vuoi per caratteristiche sociali, vuoi per una scarsa capillarizzazione di internet, accompagnata da un eccesso di regolamentazione. Solo nel 2012 l’Italia ha visto l’avvio della prima internet company dedicata al Social Lending, e attulmente esistono solo due società attive da un minimo di tempo  in questo settore: Smartika e Prestiamoci.

Il Social lending offre una serie di vantaggi e benefici sia per chi presta denaro sia per chi riceve un prestito. Chi riceve un prestito, mediamente, paga una quota di interessi più favorevole rispetto a quella proposta dalle istituzioni finanziarie tradizionali. Chi presta denaro, di contro, mediamente percepisce una quota di interessi più elevata rispetto ai rendimenti attuali del mercato obbligazionario.

Osservando il meccanismo di funzionamento più da vicino, emergono limiti soprattutto per i soggetti prestatori. Se è vero che i soldi prestati vengono suddivisi per un discreto numero di richiedenti, così da ridurre il RISCHIO INSOLVENZA, è altrettanto vero che dobbiamo mettere in conto tale evento, soprattutto per coloro che sono alla ricerca di rendimenti superiori rispetto alla media del mercato: per ottenere tali risultati sarà infatti necessario rivolgersi a quella fascia di debitori con rating molto molto basso, e quindi molto meno affidabili.

Altro aspetto da non sottovalutare e tenere in considerazione per un’attenta valutazione del Social Lending è la GESTIONE DEI CREDITI INSOLUTI. Per accedere al finanziamento Peer2Peer non sono richieste particolari garanzie a monte, per cui la gestione dei crediti insoluti risulta assai difficoltosa ed onerosa.
In alcuni casi esiste una sorta di Fondo di Garanzia alimentato dai soggetti richiedenti il finanziamento, il quale però entra in azione solamente dopo anni dal primo insoluto.

Ad esempio, il Fondo Smartika Lender Protection riporta nel suo contratto la seguente clausola: “…I rimborsi a favore dei Prestatori (di seguito, i Rimborsi) sono effettuati in relazione ai Prestiti che manifestano insolvenze da almeno 12 mesi continuativi e dopo che Smartika ha svolto le azioni di recupero e/o di mediazione civile obbligatoria e giudiziale…..”. Pare chiaro che vista la lentezza del sistema giudiziario italiano non possiamo aspettarci tempi brevissimi per il recupero a discapito dei rendimenti medi dell’operazione.

Per terminare occorre ricordare che gli interessi, guadagnati con tali attività nel corso dell’anno, sono considerati reddito da portare in dichiarazione e pertanto soggetti all’ALIQUOTA RELATIVA AL PROPRIO SCAGLIONE IRPEF, assai più onerosa rispetto ai normali investimenti che prevedono aliquote del 12,5% per i titoli governativi e del 26% per tutto il resto degli strumenti finanziari.

Direi che il social Lending ad oggi è da considerarsi socialmente utile ed una opportunità per tutti coloro che sono alla ricerca di un prestito meno oneroso ma non ce la sentiamo di considerarlo un’opportunità per investire il proprio capitale se non per piccolissime percentuali dello stesso.

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