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Alla ricerca del portafoglio perfetto: Harry Markowitz

Perle Dalla Rete - Harry M. Marcowitz
Tempo di lettura: 4 minuti

Quinto articolo della serie Alla ricerca del portafoglio perfetto (l’episodio precedente era dedicato a Martin Leibowitz). Ricordiamo che questa serie di articoli è tratta dalla playlist su YouTube dal titolo: In Pursuit of the Perfect Portfolio Series

L’intervistatore è Stephen Foerster, professore di Finanza presso la Ivey Business School e l’intervistato è Harry Max Markowitz, economista, premio Nobel per l’economia ed ideatore della Modern Portfolio Theory. 

 

Biografia 

Harry Markowitz (Chicago, 24 agosto 1927 – San Diego, 22 giugno 2023) è considerato il padre della moderna teoria del portafoglio, una disciplina che studia come ottimizzare la scelta degli investimenti in base al rapporto tra rischio e rendimento. Markowitz proveniva da una famiglia di immigrati ebrei dalla Polonia. Si laureò in economia presso l’Università di Chicago nel 1947, conseguendo poi il dottorato nella stessa istituzione nel 1954. La sua tesi di dottorato, intitolata “Portfolio Selection”, fu pubblicata nel Journal of Finance nel 1952, segnando un punto di svolta nella teoria finanziaria.

Markowitz ha continuato la sua carriera accademica presso varie università, tra cui la University of California, Los Angeles, la City University of New York e la University of California, San Diego. Ha scritto numerosi libri e articoli sulla teoria del portafoglio e su altri temi economici e filosofici. È noto per essere stato un appassionato di musica classica e di scacchi. 

Per i suoi contributi alla moderna teoria del portafoglio, Markowitz ha ricevuto il Premio Nobel per l’Economia nel 1990, insieme a Merton Miller e William Sharpe.

E’ scomparso il 22 giugno 2023, all’età di 95 anni.

 

Il primo passo nella finanza

Il viaggio di Markowitz iniziò come studente negli anni ’50, privo di denaro ed esperienza di investimento. Il suo primo incontro nel mondo finanziario avvenne quando entrò a far parte della RAND Corporation (un think tank) a Santa Monica. Di fronte alla scelta del piano pensionistico (Teachers Insurance and Annuity Association of America – TIAA), si trovò ad affrontare il classico dilemma delle dinamiche di mercato. Markowitz ricorda il momento cruciale in cui decise per un’allocazione 50/50, come strategia per minimizzare il massimo rimpianto.

Curiosità: nel corso degli anni in ripetute occasioni è stato evidenziato di come Harry Markowitz, il padre della moderna teoria del portafoglio, non abbia applicato la sua stessa metodologia per determinare l’allocazione ottimale del suo piano pensionistico, optando invece per un approccio euristico (una regola approssimativa o intuitiva utilizzata per prendere decisioni o risolvere problemi). Durante l’intervista, Markowitz ha chiarito che le sue prime decisioni di investimento erano basate sulla minimizzazione del rimpianto, piuttosto che sull’impiego della teoria del portafoglio. Questo perché, al momento di fare la scelta, non aveva ancora formulato la teoria che in seguito lo avrebbe reso famoso.

 

Il contributo fondamentale di Markowitz: il paper del 1952

Il punto di svolta nella carriera di Markowitz si materializzò mentre lavorava alla sua tesi di dottorato, studiando il libro di John Burr Williams sugli investimenti presso la biblioteca dell’Università di Chicago. Fu colpito dall’idea che il valore di un’azione dovrebbe corrispondere al valore attuale dei suoi futuri dividendi. Questa percezione lo portò a riflettere sulla media dei valori di un portafoglio e su come rischio e rendimento potessero essere bilanciati in modo ottimale. Disegnando un grafico con rischio e rendimento su due assi distinti, Markowitz comprese che i rendimenti individuali delle azioni potevano essere visti come variabili casuali, con il rendimento del portafoglio che rappresentava una media ponderata dei rendimenti delle singole azioni. Questa rivelazione lo indirizzò verso lo sviluppo del concetto di diversificazione del rischio e sottolineò l’importanza di considerare la covarianza tra le azioni durante la creazione di un portafoglio adeguatamente diversificato

Il suo saggio del 1952, “Portfolio Selection”, si differenziava dagli altri lavori del periodo in quanto enfatizzava la valutazione dei portafogli come entità complessiva, invece di concentrarsi su singoli titoli o settori. Markowitz introdusse il concetto di efficienza media-varianza e l’equilibrio tra rischio e rendimento. Questa ricerca ha gettato le basi per la teoria moderna del portafoglio, rivoluzionando l’approccio alla gestione dei portafogli. Nel suo saggio del 1952, Markowitz sfidò il pensiero tradizionale sostenendo che le decisioni riguardanti i portafogli dovrebbero considerare il portafoglio come un’unità integrata, piuttosto che focalizzarsi esclusivamente su singoli titoli o settori. 

 

The Utility of Wealth: un’anticipazione dell’economia comportamentale

Oltre ai suoi fondamentali apporti alla teoria del portafoglio, Markowitz ha svolto un ruolo cruciale nell’ambito della finanza comportamentale. Nel suo articolo del 1950, “The Utility of Wealth”, ha introdotto il concetto innovativo di ricchezza consuetudinaria ( una forma di ricchezza che è determinata dalle norme e dalle tradizioni sociali), postulando che l’utilità della ricchezza dovrebbe essere correlata ai suoi cambiamenti piuttosto che alla quantità assoluta di ricchezza. Questa illuminante intuizione ha costituito la base per la successiva Teoria del Prospetto, sviluppata da Daniel Kahneman e Amos Tversky. L’opera di Markowitz nel campo della finanza comportamentale ha sottolineato l’importanza fondamentale di tenere in considerazione i fattori psicologici nel processo decisionale.

 

I robo advisors ed il futuro della pianificazione finanziaria

Markowitz anticipa un’ulteriore evoluzione dell’industria della gestione degli investimenti, menzionando la crescente presenza dei robo-advisors, che considera un progresso positivo. Queste piattaforme utilizzano algoritmi e automazione per fornire consigli sugli investimenti, rendendo il processo più sistematico e accessibile. Egli è convinto che il futuro risieda in una maggiore integrazione tra uomo e macchina nel processo decisionale, soprattutto nell’ambito della pianificazione finanziaria.
Inoltre immagina un approccio più olistico che consideri i vari eventi e decisioni della vita che influenzano la situazione finanziaria di un individuo. 

 

Il portafoglio perfetto è un’illusione

Markowitz sfida l’idea di un portafoglio perfetto universale. Il portafoglio di mercato, spesso utilizzato come riferimento, potrebbe non essere l’opzione più efficiente per tutti, data la presenza di variabili come l’avversione al rischio, i requisiti di reddito e le differenze negli orizzonti temporali.

Sostiene che la ricerca del portafoglio ideale dovrebbe essere personalizzata in base alle esigenze individuali. Infatti, il “portafoglio perfetto” varia da individuo a individuo, a seconda delle preferenze di rischio, dell’orizzonte temporale, della situazione fiscale e di altri fattori personali.

Alla ricerca del portafoglio perfetto vi invita a sintonizzarvi giovedì prossimo per un nuovo episodio dedicato a Myron Scholes, economista di fama mondiale e vincitore del Premio Nobel per l’economia.

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