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Mercati azionari: follia collettiva in arrivo?

Tempo di lettura: 4 minuti

Dal recupero dei mercati azionari avviati alla fine del 2016 osserviamo un clima che ci ricorda molto il periodo 1998/99 (che è stato anche il periodo nel quale chi scrive si affacciava al mondo della finanza).
La storia non si ripete mai in modo uguale, ma siamo convinti che certi modelli di comportamento tendano a ripresentarsi. Crediamo che i mercati finanziari si muovano per trend e cicli. Lo schema delle bolle finanziarie, inoltre, presenta spesso dei tratti in comune.
I mercati azionari mondiali (ogni mercato presenta qualche specificità, ma si può fare un discorso che li accomuna) hanno visto l’ultima grande crisi nel 2007/2009.

Dalla prima metà del 2009 è partito un lunghissimo “bull market” (in gergo si usa questa espressione per indicare una fase sostanzialmente ascendente dei prezzi delle azioni) che ha visto una prima battuta di arresto significativa nel 2011. In genere i bull market hanno una durata media intorno ai 4-5 anni (ma la dispersione dalla media può essere molto grande) e presentano sempre una battuta d’arresto intermedia nella quale i prezzi delle azioni scendono anche più del 15%, ma non arrivano mai a perdite superiori al 30% (sopra questo livello si tende a parlare di interruzione del bull market ed avvio di un bear market). Nel 2015 c’è stato il secondo picco di questo bull market azionario dal quale è partita una seconda correzione terminata, appunto, nel 2016.
Le valutazioni delle azioni dopo 6 anni di mercato azionario crescente erano già nel 2015 decisamente elevate. Alcuni (compreso chi scrive) si aspettavano la fine del bull market, una correzione molto pesante (intorno al 30% o superiore) e poi l’inizio di un nuovo ciclo azionario. Così non è stato. La correzione c’è stata, anche superiore al 20% in alcuni mercati importanti come quelli europei (in USA molto meno), ma non sufficiente a determinare l’inversione della fase positiva.
E’ ripartita un’altra gamba di rialzo, la terza, che solo in queste ultime settimane sta mostrando qualche timido segno di stanchezza.I prezzi delle azioni, in particolare in USA, sono ormai decisamente sopravvalutati ed una correzione anche superiore al 30% li porterebbe in una fascia di normalità, non di eccessiva sottovalutazione.
Quello che non si è visto, però, in questa lunghissima fase di crescita dei mercati azionari è il periodo di “euforia irrazionale”, una sorta di follia collettiva che travolge una fetta importante degli investitori in una “corsa all’oro” che presuppone una crescita inarrestabile delle azioni.
L’impressione (importante sottolineare che si tratta solo di impressioni, non esistono regole per prevedere queste cose) è che il contesto finanziario sia perfetto affinché scoppi un periodo di qualche trimestre di follia collettiva sui mercati azionari che li spinga a prezzi ancora più irragionevoli.
Un periodo nel quale le persone al bar parleranno delle azioni che hanno sottoscritto in banca con le OPA (Offerta Pubblica di Acquisto).

Non è affatto detto che i lunghi periodi di bull market finiscano con una fase di crescita parabolica, di euforia irrazionale, ma sicuramente è molto più facile che queste cose accadano dopo un lungo periodo di bull market, quando il ricordo delle grandi crisi è più attenuato. L’attuale ciclo positivo dei mercati azionari è il terzo più lungo di sempre e fra pochissimi mesi diventerà il secondo ciclo più lungo di sempre. Il primo è stato quello terminato nel 2000 ed iniziato nel 1991 (1). Gli ingredienti, dicevamo, sembrano essere tutti presenti, tutti eccetto uno: manca una grande storia collettiva. Grandi invenzioni come la ferrovia, le radiocomunicazioni, internet sono perfette per innescare questi periodi di follia collettiva nei mercati azionari. Quello che serve è una storia catalizzatrice che possa far pensare che “questa volta è diverso”, che “le valutazioni delle azioni date in passato non sono più valide perché…” e s’inserisce la storia del momento.

Le auto elettriche e/o l’intelligenza artificiale (come la guida automatica, ma ci sono tante nuove tecnologie nel campo dell’IA estremamente promettenti) potrebbero essere due “storie” perfette per innescare una fase di follia collettiva nel mercato azionario, ma – per quel poco che né sappiamo – queste tecnologie non sono ancora immediatamente a disposizione della grande massa di consumatori. Potrebbe darsi che questo ciclo azionario non solo diventi il secondo più lungo di sempre, ma che duri ancora fino a diventare il più lungo di sempre e termini nel 2018/2019 con una nuova bolla spinta da una tecnologia che rivoluzionerà veramente la nostra vita (così com’è accaduto per le altre grandi innovazioni che crearono, all’inizio, una bolla finanziaria) e spingerà i prezzi delle azioni a livelli assolutamente folli, ancora più irragionevoli di quelli attuali.
Sia chiaro che si tratta solo d’intuizioni, non ci sono regole per prevedere il comportamento delle bolle finanziarie (e dei mercati finanziari in genere). Si tratta di uno scenario che ha una probabilità di realizzarsi ancora minoritaria (proprio per l’assenza dell’elemento centrale), ma che potrebbe diventare lo scenario base nel momento in cui vedessimo i media iniziare a creare questo elemento mancante: la storia collettiva in grado di “giustificare” la follia.

Questa “intuizione” riguarda il medio termine, i trimestri futuri.

Non deve essere letta come un elemento a favore di un ingresso azionario nel breve termine. Abbiamo già scritto in passato su questo sito che la stagionalità non è a favore dell’azionario. L’analisi dei mercati finanziari ci dice che siamo in un momento nel quale la volatilità tende ad aumentare. Sebbene vi siano eccezioni, Agosto e Settembre sono mesi nei quali, quando i rendimenti sono negativi le perdite sono di gran lunga più ampie degli scarsi guadagni che si fanno, mediamente, negli anni in cui Agosto e Settembre si chiude in guadagno.

In sostanza, stare investiti in Agosto e Settembre è statisticamente poco conveniente.

Altre analisi legate alla volatilità dei mercati ci suggeriscono particolare cautela.

Come abbiamo già detto, inoltre, gli operatori finanziari sembrano quasi anestetizzati e non percepiscono i rischi dei mercati. Gli indici sulle aspettative degli operatori circa un rialzo dell’azionario nel 2018 sono imbarazzanti. Eventuali notizie negative di breve termine porterebbero ad un fortissimo incremento della volatilità negativa.

Molto meglio far passare agosto (e probabilmente anche Settembre) nel caso in cui si volesse provare a cavalcare una possibile “follia collettiva” (cosa, comunque, adatta solo ad investitori con profilo di rischio adeguato).

 

 

 

(1) Alcuni analisti fanno iniziare questo ciclo nel 1988 perché il calo che vi fu dal Giugno all’Ottobre 1990 sfiorò il 30% sullo S&P 500. Altri analisti, con i quali noi concordiamo, ritengono che quello sia stata un’interruzione del ciclo precedente. Non esiste, in questa cose, una formula certa alla quale ci si possa attenere. Nell’analisi finanziaria una certo livello di discrezionalità è ineliminabile, così come per fare una qualunque diagnosi medica, un certo livello di discrezionalità del medico è ineliminabile.

 

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