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Tesla cambia pelle: da car company ad AUTO company

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Tempo di lettura: 7 minuti

Le azioni Tesla rappresentano uno degli strumenti di formazione più efficaci per “investitori consapevoli”  che io conosca. Se un investitore riesce a investire in Tesla nonostante la sua folle volatilità, il parere sfavorevole della maggior parte dei cosiddetti “esperti del settore”, le eccentricità di Elon Musk e – soprattutto – i lunghi periodi di “siccità” che seguono le fasi di euforia, diventa una sorta di “cintura nera” nell’investimento azionario.

Credo che ci sia un solo modo per riuscire a investire in Tesla per gli anni necessari a raccogliere i frutti eccezionali del completamento del suo ambizioso progetto aziendale: studiare approfonditamente l’azienda. Tutti i dati sono disponibili, ma sono pochissime le persone che si prendono la briga di dedicare il tempo necessario per approfondirli. Le varie fasi del progetto industriale di Tesla sono state rese pubbliche con largo anticipo, ma sono state sostanzialmente ignorate o derise dagli “esperti del settore”.

Master Plan

Il primo progetto aziendale è stato pubblicato il 2 Agosto 2006: è il cosiddetto “Master Plan 1”. L’idea di fondo era quella di produrre un’auto sportiva elettrica per poi produrne una di serie elettrica fino ad arrivare ad auto elettriche di massa. All’epoca era qualcosa di semplicemente ridicolo ma – sebbene con  enormi difficoltà – il progetto è stato sostanzialmente completato. Ciò ha portato un incredibile incremento di valore delle azioni man mano che è stato chiaro al mercato che il progetto del 2006 iniziava a realizzarsi. Uno step importante è stato il lancio della Model S, la prima macchina di serie completamente elettrica. Una macchina dalle caratteristiche eccezionali (specialmente per l’epoca) che ancora oggi continua ad essere la migliore berlina elettrica. L’annuncio del progetto della Model S è stato fatto nel 2011. L’anno seguente inizia la produzione e quello successivo ancora si vedono i primi risultati nel conto economico, con il primo trimestre in profitto nel 2013. Questo fa compiere un balzo all’azione di oltre il 400% in sei mesi. Nei due anni precedenti, però, l’azione è sempre stata ampiamente al di sotto del massimo precedente realizzato nel 2010.
Il passo definitivo che ha fatto comprendere al mondo intero che il Master Plan 1 era realizzabile è stata la produzione della Model 3, la prima macchina elettrica prodotta in milioni di pezzi. L’annuncio del modello è  stato fatto nel 2016. La produzione su larga scala si è rivelata un incubo che ha portato l’azienda sull’orlo del fallimento. Risolto il problema della produzione, nel 2019 è stata aperta la fabbrica in Cina ed è stato chiaro al mondo che la Model 3 sarebbe stata un successo. Ciò ha portato al successivo slancio delle azioni che da luglio 2019 a novembre 2021 sono cresciute di oltre il 3000%. 

A luglio del 2016, quando ancora il Master Plan 1 non era completamente realizzato, Elon Musk pubblica il Master Plan 2 che contiene 4 punti:

  1. Creazione di tetti solari integrati a batterie per l’immagazzinamento dell’energia. 
  2. Espansione della linea di veicoli elettrici per abbracciare tutti i principali segmenti.
  3. Sviluppare una tecnologia di guida autonoma dieci volte più sicura della guida manuale.
  4. Fare in modo che le auto facciano guadagnare soldi ai proprietari quando non utilizzate.

I primi 2 punti si possono considerare in uno stadio evoluto di realizzazione. Il settore “energia” di Tesla sta crescendo a ritmi più elevati di quello della vendita di auto ed ha margini di profitto più elevati. Giusto per fare un esempio, è di ieri la notizia che la società elettrica francese Neoen, cliente di Tesla per la fornitura dei grandi accumulatori di energia,  si è aggiudicata il contratto per l’espansione di Collie Battery, il più grande progetto di accumulo di energia di tutta l’Australia che andrà a sostituire le vecchie centrali a combustibile fossile che entrano in azione durante i picchi di domanda elettrica. Per quanto riguarda i nuovi modelli, il CyberTruck, ovvero il rivoluzionario PickUp di Tesla, è in fase di espansione della produzione ed ha il più grande numero di preordini che ci siano mai stati per un PickUp (oltre due milioni). Nell’ultima trimestrale è stato annunciato che i modelli di fascia più economica saranno presentati ad inizio del prossimo anno e non si aspetterà la realizzazione della nuova piattaforma produttiva che consentirà la riduzione del 50% dei costi di produzione, ma si inizierà a sfruttare l’attuale capacità produttiva già installata. L’anno prossimo, quindi, vedremo almeno 2 o più modelli economici di auto. Negli anni successivi questi modelli diventeranno ancora più redditizi grazie alla rivoluzionaria metodologia costruttiva denominata “unboxed process”. 

Ma i punti più importanti del Master Plan 2 sono il terzo ed il quarto, quelli che che stanno facendo “cambiare pelle” all’azienda proprio in questi mesi, sia nella struttura organizzativa che nella percezione degli investitori. Esattamente come è accaduto al primo master plan, nel 2016 nessuno prendeva seriamente il fatto che Tesla potesse risolvere realmente il problema delle guida autonoma. Per anni Elon Musk è stato preso in giro perché continuava a dire che l’anno successivo sarebbe arrivata la guida autonoma, cosa in realtà mai avvenuta. Quest’anno, però, le cose sono cambiate. Dopo vari tentativi non riusciti, la tecnologia che consente la guida autonoma di Tesla è finalmente arrivata ad un livello tale da non lasciare nessun ragionevole dubbio sul fatto che arriverà al livello fissato nel master plan 2 (ovvero 10 volte più sicura degli esseri umani). Già adesso è più sicura di un essere umano, ma non ancora 10 volte più sicura. Nella versione precedente le decisioni di guida erano realizzate attraverso una tipologia di software tradizionale, ovvero deterministico. Centinaia di migliaia di righe di codice che dovevano prevedere tutti i possibili casi. Oggi, invece, è tutto guidato dalle reti neurali ed il miglioramento è solo legato al costante addestramento reso possibile dalla potenza computazionale e dai dati derivanti dalla guida della flotta di auto. 

Come si può vedere da questo grafico che ho pubblicato nel precedente articolo, per il prezzo dell’azione ci troviamo nel mezzo di un altro “inverno” successivo al precedente massimo realizzato a fine 2021. 

Tesla cambia pelle: da car-company ad AUTO company

A complicare le cose c’è stata tutta la “saga” di Twitter che ha depresso ancora più del necessario il prezzo delle azioni. Non appena il mercato capirà che il Master Plan 2 è pienamente realizzabile vedremo un altro periodo di euforia simile a quello che è accaduto quando si è capito che il Master Plan 1 non era affatto qualcosa di ridicolo, ma realtà. 

Così come è accaduto per il Master Plan 2, che è uscito prima ancora che fosse pienamente completato il precedente, nel 2023 è uscito il Master Plan 3: un progetto ancora più grandioso della guida autonoma. Non ne parliamo in questo articolo perchè serviranno almeno altri 10 anni per realizzarlo. Sarà qualcosa che diventerà pienamente significativo nel prossimo decennio. Per questo decennio, la rivoluzione della nuova forma di automazione che Tesla sta guidando è più che sufficiente per renderla ciò che Apple è stata nei passati 15 anni, dall’introduzione dell’iPhone in poi. 

Come Tesla sta cambiando pelle

Il Master Plan 1 prevedeva la creazione di una “car company”, ovvero un’azienda il cui scopo fondamentale è produrre automobili completamente diverse da quelle tradizionali, perché le auto elettriche non sono auto “semplicemente” dotate di motore elettrico, ma prodotti specifici dove la parte informatica è molto più rilevante rispetto a quella meccanica. 

Il Master Plan 2, invece, prevede la creazione di una tipologia di azienda completamente diversa sotto tutti i punti di vista, compreso ciò che interessa maggiormente gli investitori: il modello di business.  Alla fine di questo decennio, infatti, la maggior parte degli utili di Tesla non deriveranno dalla vendita di oggetti fisici (automobili e robot umanoidi), ma dagli abbonamenti a software che consentiranno a questi oggetti di fare cose utili per i suoi possessori. La prima cosa che vedremo fra pochissimi anni sarà la guida autonoma. E’ proprio di ieri la notizia che la Cina ha approvato la partnership con Baidu (la Google cinese) per portare la guida autonoma in Cina. Questa mossa ha lo stesso rilievo che ha avuto la costruzione della prima GigaFactory a Shanghai per la realizzazione del primo Master Plan. 

Gli utili che derivano dal software sono molto più attraenti rispetto a quelli che derivano dalla vendita di oggetti fisici. In primo luogo sono utili ricorrenti. Tesla avrà ogni anno un flusso di ricavi sia dalle proprie auto, sia dalle auto di altri produttori che avranno la licenza per la guida autonoma di Tesla. 

Il flusso di utili ricorrenti consentirà a Tesla di iniziare un programma di lungo termine di buy back di azioni. Nell’ultima trimestrale del 23 Aprile c’è stata una domanda molto interessante su un problema di governance della società. In passato Elon Musk ha espresso la volontà di avere almeno il 25% del potere di voto dell’assemblea degli azionisti per una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo spiegare in questo articolo. La domanda chiedeva attraverso quali meccanismi si pensava di realizzare questo 25% di controllo di voto.  Musk ha concluso la risposta con queste precise parole: “If the company generates a lot of positive cash flow, we could obviously buy back shares”. La gran parte della crescita delle azioni Apple degli ultimi anni è dovuta ad un vasto e prolungato programma di buy back reso possibile essenzialmente dalle entrate ricorrenti garantite dall’App Store di Apple. Apple ha restituito agli investitori più di 600 miliardi di dollari (una cifra impressionante, circa il 25% dell’attuale capitalizzazione) attraverso il riacquisto di azioni proprie. Il modello di business di Apple è cambiato proprio grazie all’App Store, e probabilmente il modello di business di Tesla cambierà allo stesso modo grazie alla guida autonoma. 

Chi comprende questo aspetto in tempo, quando ancora il mercato – comprensibilmente – è preoccupato del “calo delle vendite” delle auto elettriche, dell’arrivo della concorrenza cinese, del fatto che i consumatori sembrerebbero non preferire più le auto elettriche, ecc. potrà beneficiare della prossima fase di esplosione di euforia che si avrà – al massimo – quando la guida autonoma inizierà seriamente ad impattare i bilanci dell’azienda. 

E’ impossibile dire quando questo accadrà realmente. Potrebbero volerci un paio di anni o forse di più, ma – dal mio punto di vista – una cosa è certa: non è più una questione di SE, ma è una questione di QUANDO.

Sono pienamente consapevole che per sviluppare questo grado di certezza è necessario aver studiato una quantità enorme di dettagli su come questo software è stato sviluppato e viene migliorato ed in cosa è diverso rispetto ai tentativi concorrenti (fra i quali Wymo di Google o il software di Nvidia). È normale che in questa fase molti abbiano forti dubbi sulla possibilità che questa guida autonoma si realizzi in tempi brevi. Se non vi fossero questi dubbi il prezzo delle azioni Tesla sarebbe già ben superiore ai suoi massimi storici. Quello che mi sento di dire ai lettori che in questi anni mi hanno seguito è di studiare cosa sta facendo Tesla nel campo dell’intelligenza artificiale ed in particolare della guida autonoma, così da farsi una propria idea fondata sulla conoscenza.  

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