Ieri, i mercati finanziari hanno anticipato il tanto atteso discorso di Macron che ha annunciato una nuova chiusura in Francia. Anche la Germania sta preparando una nuova chiusura da Lunedì.
Le espressioni dei politici sono particolarmente allarmanti. Macron ha detto “siamo sommersi” dall’accelerazione del virus. La cancelliera Merkel, sempre più pacata, ha comunque dichiarato: “Se il ritmo resta questo si potrà arrivare al sovraccarico del sistema sanitario. È assolutamente chiaro che dobbiamo agire e adesso per evitare un’emergenza sanitaria nazionale”.
Anche la Spagna sta preparando chiusure, ma sembra che per il momento siano solo regionali.
L’impressione generale è che sebbene il ritmo dei contagi sia molto allarmante, l’esperienza che abbiamo avuto in primavera stia portando a modulare queste chiusure in modo da preservare il più possibile le attività produttive e – in alcuni casi – le scuole. Saranno più penalizzate le attività ricettive, commerciali e ricreative.
La reazione dei mercati azionari mondiali è stata molto negativa con circa un -4% più o meno generalizzato.
Dal punto di vista strettamente finanziario, questa seconda ondata è molto diversa rispetto alla prima. Durante la prima ondata dovevamo capire quali sarebbero state le reazioni delle istituzioni. Adesso il nuovo contesto istituzionale è molto più chiaro. Qualunque sia l’evolversi di questa seconda ondata, è praticamente scontato che le istituzioni reagiranno rafforzando la direzione che è già stata intrapresa in primavera. Ciò significa che le banche centrali non consentiranno il diffondersi del panico sui mercati ed i governi rafforzeranno la distribuzione di denaro nell’economia reale.
Dal punto di vista sanitario i medici, per quanto ancora vi siano opinioni molto diverse, hanno sicuramente più esperienza nell’affrontare i casi dei contagiati che presentano sintomi (i quali, lo ricordiamo, sono una percentuale molto bassa) e siamo ormai abbastanza vicini all’introduzione sul mercato dei vaccini che dovrebbero essere disponibili tra la fine dell’anno e la primavera prossima.
Non c’è dubbio che dal punto di vista economico questa seconda fase di chiusure avrà conseguenze devastanti, ma saranno conseguenze che agevoleranno delle trasformazioni epocali che hanno tutto il potenziale di apportare grandi miglioramenti alla società.
Per inquadrare ciò che sta accadendo all’interno di una finestra più ampia è necessario ricordare che già da prima della crisi sanitaria ci trovavamo in una situazione di debito mondiale insostenibile. La crisi sanitaria ha ulteriormente accentuato il problema che già prima era insostenibile rendendo così evidente e palese che per “aggiustare” un debito mondiale così enorme sarà necessario un cambio di paradigma. In questo contesto si inseriscono gli esperimenti di moneta digitale delle banche centrali.
In Cina sono già molto avanti, ma anche l’Europa recentemente ha accelerato molto su questo fronte. Lo si può leggere direttamente sul sito della BCE.
Le monete digitali delle banche centrali potranno rappresentare un cambio di paradigma nella concezione del denaro. E’ importante comprendere che ciò che rispetto alla vita media delle persone appare come un evento del tutto eccezionale, dal punto di vista della storia appare come un ripetersi di un copione molto simile, con attori ed ambientazioni diverse. Ciclicamente, nella storia, avvengono fasi nei quali i debiti diventano insostenibili e questo porta ad una serie di azioni per gestire il problema tra le quali spesso c’è l’emergere di un nuovo sistema monetario.
Comunque evolverà questa seconda ondata di Covid, non c’è niente di ingestibile all’orizzonte.
Un decennio meraviglioso si sta aprendo
Ricordiamoci che questo decennio, sarà il decennio che vedrà il più grande emergere di tecnologie dirompenti che ci sia mai stato nella storia dell’uomo.
Vedremo il cambiamento totale del sistema dei trasporti con la diffusione delle auto elettriche dotate di sistemi di guida completamente autonoma. Questo avrà enormi ripercussioni su tantissimi aspetti della nostra vita. Le auto diventeranno prevalentemente un servizio, più che un bene da possedere. Cambieranno le città, gli spazi, le distanze. Il costo del trasporto con un’auto sarà circa un decimo di quello attuale.
Vedremo l’emergere di una rete di comunicazione mondiale basata su satelliti che porterà internet in ogni parte del globo, compresi i deserti e le montagne più alte. Daremo la presenza di Internet scontata come – e forse di più – oggi facciamo con l’elettricità. Questo implicherà l’emergere di tutta una serie di nuovi servizi e la trasformazione della quasi totalità dei servizi in rete che già utilizziamo oggi.
Terminerà, finalmente, l’era dei combustibili fossili, poiché il costo della produzione da energie rinnovabili, combinato con le mega-batterie che consentiranno di sfruttare questa energia, per sua natura discontinua, in modo continuo, sarà largamente inferiore al costo derivante dai carburanti fossili. Anche questo avrà ripercussioni enormi, anche di tipo geopolitico. L’energia, mediamente costerà un decimo di quello che costa adesso e la sua produzione sarà diffusa.
Queste tre rivoluzioni sono ormai in rampa di lancio. Sono sostanzialmente certe. Molte altre si stanno preparando grazie agli studi sui nuovi materiali, sui batteri, sul dna e più in generale sulle biotecnologie. Sono campi ancora abbastanza giovani, ma che già stanno annunciando risultati veramente strabilianti. Prima che si trasformino in tecnologie dirompenti, però, c’è ancora tanta strada. Infine c’è tutto l’aspetto legato più strettamente all’evoluzione dell’informatica in senso stretto, con l’introduzione dei computer quantistici e la diffusione dell’intelligenza artificiale praticamente in ogni campo dell’attività umana.
Dal punto di vista di chi studia l’emergere di queste tecnologie dirompenti, è praticamente certo che il decennio che si sta aprendo con questa pandemia sarà il più florido che la storia dell’uomo abbia mai conosciuto. Certo, ci sono – come sempre – rischi. In particolare ci sono rischi di gestione politica della società che vivrà tutti questi enormi cambiamenti, ma l’incertezza è la condizione naturale della vita dell’uomo. Prima riusciamo a comprenderlo ed a conviverci e meglio sarà.
I nostri piani d’investimento finanziario si fondando proprio sull’idea di considerare l’incertezza dei mercati come il punto di partenza di tutto il progetto. Questo ci ha consentito a Marzo di acquistare più quote di strumenti volatili, non perché prevedessimo il recupero immediato che poi c’è stato (anzi), ma perché il progetto lo prevedeva. Allo stesso modo qualora questa seconda ondata farà scendere di nuovo pesantemente i prezzi, faremo nuovi acquisti con i programmi che sono già previsti. L’incertezza non si può controllare, ma si può gestire.
In conclusione, non c’è alcun dubbio che la situazione sia difficile ma se non ci limitiamo a vedere l’immediato ed apriamo l’orizzonte sia a ciò che è già stato nella storia, sia a ciò che ci aspetta in questo meraviglioso decennio, comprendiamo che queste indubbie difficoltà sono assolutamente gestibili e ci condurranno a cambiamenti molto positivi.