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Strategie avanzate per investire nell’AI – parte 3: la strategia

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Tempo di lettura: 10 minuti

“La strategia è la via del paradosso.”
Sun Tzu

“Nell’elaborare una strategia è importante
riuscire a vedere le cose che sono
ancora distanti come se fossero vicine
ed avere una visione distaccata delle cose
che, invece, sono più prossime.”
Myamoto Musashi

In questo terzo articolo della nostra serie di approfondimenti sull’investimento nell’intelligenza artificiale, concretizzeremo le nozioni introdotte nel primo articolo e presenteremo una strategia per superare le barriere discusse nel secondo articolo. Si presuppone la lettura dei precedenti articoli, in quanto la comprensione di questo terzo pezzo potrebbe risultare limitata senza il loro contesto.

In breve, l’argomento centrale che attraversa questa serie è che l’intelligenza artificiale innescherà una rivoluzione senza precedenti nella produttività, dando vita a prodotti e servizi finora relegati alla fantasia della narrativa fantascientifica. Esempi emblematici di questa trasformazione sono la guida autonoma, che stravolgerà radicalmente l’intero settore dei trasporti, e i robot umanoidi capaci di eseguire quasi ogni mansione attualmente affidata agli esseri umani. Secondo la nostra analisi, questo scenario genererà una bolla finanziaria, attualmente in fase embrionale, dalle dimensioni e dalla durata imprevedibili. Tuttavia, è già prevedibile che, seguendo il destino di ogni bolla speculativa, essa esploderà, causando un abbassamento delle valutazioni delle imprese attive nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Proprio in questa fase di sottostima, sarà più agevole distinguere i leader di mercato e i modelli di business destinati al successo, sui quali investire con maggiore sicurezza rispetto al periodo di euforia speculativa, quando il desiderio comune è quello di arricchirsi rapidamente. Attraverso questa innovazione tecnologica, nel corso dei decenni a venire, le aziende che avranno individuato i migliori modelli di business  potrebbero incrementare il loro valore molteplici volte, e sarà sufficiente aver destinato una porzione minoritaria, ma non trascurabile, del proprio portafoglio finanziario per realizzare un incremento significativo della propria ricchezza.

In questo articolo esploreremo come attuare concretamente questo percorso in tre fasi: 1) Quanto investire, 2) Dove investire e 3) Come investire, cioè i tempi di acquisto e vendita.

Decidere la cifra da investire

Il passo iniziale è determinare l’ammontare complessivo da destinare agli investimenti in intelligenza artificiale, da ora fino al momento in cui i prezzi subiranno un calo significativo dai picchi che devono ancora manifestarsi. La strategia che sto illustrando non suggerisce di investire l’intero importo immediatamente, bensì di distribuirlo in un periodo di tempo prolungato, che potrebbe estendersi per alcuni anni, in funzione della durata del ciclo di crescita e successiva implosione della bolla. La parte preponderante dell’investimento – come approfondiremo nel terzo punto – sarà effettuata durante il declino della bolla (e una porzione durante la prima fase di recupero). L’ideale sarebbe poter disporre di una somma di denaro da risparmiare mensilmente e dedicarla a questo tipo di investimento. Se si detiene già una porzione significativa di azioni, è opportuno avvalersi della consulenza di un esperto finanziario indipendente per evitare di compromettere l’equilibrio del proprio portafoglio. La strategia descritta deve essere integrata nel più ampio piano d’investimento personale.

In un articolo rivolto a un pubblico vasto, posso solo delineare linee guida generali. Non sarebbe prudente allocare la maggior parte del proprio portafoglio in investimenti con così elevata volatilità. Di conseguenza, qualsiasi somma che superi il 50% del proprio portafoglio è decisamente sconsigliata. D’altra parte, investire importi minimi, nell’ordine dell’1-2% del portafoglio, non produrrà un impatto significativo sul patrimonio finanziario personale. Percentuali comprese tra il 10% e il 30% delle risorse finanziarie disponibili rappresentano un compromesso ragionevole. Se possibile, l’opzione ideale sarebbe quella di destinare una quota considerevole del risparmio in corso, che possa essere investito con un orizzonte temporale molto ampio. È essenziale comprendere che tutti e tre gli aspetti della strategia (quanto, dove e come investire) sono cruciali e che un errore in uno di questi può compromettere l’intero esito. La decisione su quanto investire è forse la più complessa da trattare in un articolo destinato a un’audience generale, poiché è estremamente personale e dipende tanto dalla psicologia dell’investitore quanto dalla sua situazione patrimoniale e di vita specifica. Se l’investitore è particolarmente incerto su questo punto vitale, il mio consiglio è di discuterne con un professionista qualificato non solo in finanza personale, ma anche in comunicazione strategica. Non esiste un importo universalmente corretto e il consulente non può sostituirsi all’investitore nel determinare la cifra più adeguata. Tuttavia, attraverso domande mirate, il professionista può aiutare l’investitore a riconoscere e a prendere coscienza di ciò che già conosce, ma che non ha ancora pienamente elaborato.

Indice, singole azioni o indici specializzati?

Una volta stabilito l’importo da investire, è possibile approfondire le questioni tecniche. Esistono tre categorie principali di strumenti finanziari che possono essere impiegati per l’investimento. Il primo livello è il più intuitivo, accessibile e meno oneroso, soprattutto in termini di costi informativi. Questa opzione è adatta per gli investitori meno esperti e offre un potenziale di guadagno più contenuto. Si tratta di investire in un indice che raggruppa aziende tecnologiche. Il Nasdaq 100 rappresenta la scelta più opportuna. È possibile investire in questo indice tramite diversi ETF disponibili sul mercato. La selezione dell’ETF giusto può risultare preoccupante per l’investitore novizio. Se anche tu, caro lettore, ti trovi in questa situazione, potrebbe essere un segnale che ti manca la preparazione di base per investire nell’intelligenza artificiale. La scelta di un ETF che traccia lo stesso indice è in gran parte irrilevante, dato che le piccole differenze tra i vari prodotti non influenzano significativamente i risultati. L’ETF iShares Nasdaq 100 con codice ISIN IE00B53SZB19 è un’ottima opzione. Non è il più economico, ma è tra i più liquidi e replica fisicamente l’indice. L’Xtrackers Nasdaq 100 è leggermente meno liquido (ma comunque con un patrimonio gestito superiore ai 600 milioni) e ha costi di gestione inferiori di circa un terzo, rappresentando così un’alternativa valida.

Investire nelle 100 aziende con la maggiore capitalizzazione di mercato del Nasdaq non significa puntare esclusivamente sull’intelligenza artificiale. All’interno del Nasdaq 100 troviamo aziende di rilievo nel settore dell’intelligenza artificiale, come Nvidia, Microsoft, Amazon, Google, Meta e Tesla, che hanno un peso significativo. Tuttavia, vi sono anche società come Pepsi, Starbucks e Marriott International che non operano direttamente in questo campo. Il Nasdaq 100 offre una maggiore esposizione all’intelligenza artificiale rispetto a un indice molto diversificato come l’MSCI World, ma è importante riconoscere che non si tratta di un investimento puramente focalizzato sull’AI. Questo non è necessariamente un aspetto negativo. Si può, per esempio, optare per un investimento in questo ETF superiore a quanto si sarebbe voluto destinare esclusivamente all’intelligenza artificiale, risolvendo così il dilemma. Per esemplificare, consideriamo un investitore con un patrimonio di 500 mila euro e un profilo di rischio che gli permette di allocare il 60% in azioni. Potrebbe decidere di investire il 20% del suo patrimonio nell’intelligenza artificiale, ma scegliere di destinare il 30% al Nasdaq 100. Questi numeri sarebbero giudicati eccessivi dalla maggior parte dei consulenti finanziari, ma ciò che veramente fa la differenza sono le modalità di ingresso e l’orizzonte temporale, argomenti che esploreremo nel terzo punto.

Se, invece di investire in 100 titoli, si optasse per una selezione di una decina di aziende ritenute con il maggior potenziale di crescita nel settore, si potrebbe ottenere un rendimento nettamente differente da quello dell’indice Nasdaq 100. Ciò potrebbe significare raddoppiare, triplicare o persino quintuplicare il rendimento dell’indice, ma anche ottenere solo la metà del suo rendimento. Nel primo articolo di questa serie, ho illustrato un grafico che confronta l’andamento dell’indice con quello di Amazon. In confronto con Amazon, l’andamento dell’indice Nasdaq (che dal suo minimo nel 2002 ha aumentato il suo valore di circa 10 volte) sembra quasi una linea piatta. È evidente che una scelta sbagliata può portare a risultati negativi. Ad esempio, se invece di Amazon avessimo scelto Cisco (che all’epoca poteva sembrare una leader nell’era di Internet) avremmo ottenuto solo un terzo del rendimento dell’indice.

Selezionare singole aziende è un compito molto complesso e sconsiglio fortemente questa scelta a tutti gli investitori che non hanno una solida esperienza nel campo. È possibile affidarsi a degli esperti, ma sono davvero pochi quelli che dispongono di competenze adeguate e, in ogni caso, non vi è certezza che le loro scelte siano le migliori. Questo approccio potrebbe offrire rendimenti potenzialmente molto elevati, ma nella realtà è praticabile solo da un ristretto numero di persone.

Un’opzione intermedia tra queste due strategie prevede l’investimento in indici specializzati nel settore dell’intelligenza artificiale, sempre attraverso ETF. La selezione di un indice specializzato è più complessa rispetto alla scelta di un ETF che traccia un indice di mercato tradizionale come il Nasdaq 100. Scegliere un indice piuttosto che un altro può comportare differenze sostanziali. Una prima distinzione importante tra gli indici è se seguono la capitalizzazione di mercato o se adottano un approccio equipesato. La maggior parte degli indici che si focalizzano sull’intelligenza artificiale sono equipesati. Questo non è necessariamente un punto a sfavore, ma è fondamentale comprendere che con questa metodologia, quando un’azione ha successo (come Nvidia, ad esempio), l’ETF che segue l’indice deve vendere le azioni più performanti per acquistare quelle che hanno avuto rendimenti inferiori. Investendo in questi ETF, si potrebbe (teoricamente) beneficiare della selezione di aziende più specializzate, ma non si sfrutterebbe l’effetto della capitalizzazione composta sui vincitori se l’indice è equipesato. MSCI Index ha sviluppato un indice a capitalizzazione che include l’intelligenza artificiale e la robotica (MSCI ACWI IMI Robotics Index), e esistono ETF che investono in questo indice. Tuttavia, ritengo che l’investitore privato che non possiede competenze specifiche per valutare i vantaggi e gli svantaggi di questi indici farebbe meglio a orientarsi sul Nasdaq 100. Come già detto, non si avrà un’esposizione esclusiva all’intelligenza artificiale, ma sarà sufficiente investire una quota maggiore (riducendo l’azionario generalista) per risolvere il problema. Chi è alla ricerca di un investimento più specifico sull’intelligenza artificiale dovrebbe consultare un professionista specializzato per comprendere a fondo i vantaggi e gli svantaggi di questi indici.

La strategia 

Entriamo ora nel nucleo operativo della strategia. La premessa fondamentale di questa metodologia è che ci troviamo di fronte alla formazione di una bolla speculativa nel settore dell’intelligenza artificiale. La durata di questa fase espansiva è incerta, così come il momento esatto in cui avverrà lo scoppio della bolla. È cruciale sottolineare che se questa ipotesi fosse errata, l’applicazione di questa strategia potrebbe portare a risultati inferiori rispetto a tecniche di investimento più tradizionali, come l’investimento immediato dell’intero capitale.

Tuttavia, è importante considerare che per la maggior parte degli investitori, l’idea di investire un’ingente somma oggi, con il rischio di una significativa perdita a breve termine, è insostenibile dal punto di vista psicologico e quindi non rappresenta una soluzione praticabile. La strategia proposta mira non tanto a massimizzare il rendimento teorico, quanto piuttosto a conseguire un risultato realistico per un investitore disciplinato ma comunque soggetto a emozioni e sentimenti, non un automa privo di sensibilità.

Il primo passo della strategia consiste nel dividere la somma totale che si intende investire in un arco temporale di 48 mesi, equivalenti a 4 anni. L’assunto è che entro questo periodo la bolla avrà compiuto il suo ciclo completo. Il lasso di tempo potrebbe essere leggermente più lungo o più breve, per cui è consigliabile considerare un intervallo che vada dai 36 ai 60 mesi. All’importo mensile così calcolato, se si dispone della capacità finanziaria, si può aggiungere la somma che si prevede di risparmiare mensilmente e destinare all’investimento in questo settore.

Per rendere il concetto più pratico, continuiamo con l’esempio dell’investitore che dispone di 500 mila euro, con un profilo che gli permette di allocare il 60% in azioni e che desidera investire il 20% nel settore dell’intelligenza artificiale. Per le ragioni menzionate, decide di investire il 30% nel Nasdaq 100, ovvero 150 mila euro, che divisi per 48 mesi risultano in 3.125 euro mensili. A questa somma, che fa parte del suo patrimonio, decide di aggiungere un risparmio mensile di 875 euro, per un totale di 4.000 euro al mese da destinare a questo progetto d’investimento. Così facendo, abbiamo determinato l’importo della rata mensile da investire nel Nasdaq 100 per i successivi 4 anni.

Ogni mese, si dovrà monitorare il massimo ribasso (drawdown) dell’indice, ossia la perdita massima dal picco raggiunto. Se il drawdown è inferiore al 20%, si investirà un quinto dell’importo disponibile nell’ETF (nell’esempio, 800 euro) e il restante 80%, pari a 3.200 euro, verrà “parcheggiato” in un conto deposito o in titoli di stato a breve scadenza, pronti per essere investiti al momento dello scoppio della bolla.

Se il drawdown supera il 20%, l’intera somma verrà accantonata senza effettuare investimenti.

Quando il drawdown raggiunge il 50%, ciò indica che la bolla è scoppiata e inizia la fase della strategia che prevede un investimento massiccio. Si procederà investendo un quinto del capitale accantonato. Non è possibile prevedere l’entità massima del calo del mercato, ma riuscire ad acquistare l’indice su ribassi compresi tra il 50% e il 70% sarebbe già un risultato notevole.

Ad ogni variazione del 10% nel drawdown, sia in aumento che in diminuzione (ad esempio, dal 50% al 60% o viceversa), si investirà un altro quinto del capitale residuo.

Se il drawdown dovesse raggiungere, dopo che ha superato il 50%, il 75% o il 30%, si investirà l’intero capitale rimanente e la fase di accumulo della strategia si concluderà. A questo punto inizia la parte più ardua dell’intera strategia: attendere che i benefici economici dell’intelligenza artificiale si diffondano in tutti i settori dell’economia, mantenendo l’investimento per almeno 10 anni. Tuttavia, i vantaggi più significativi, quelli in grado di trasformare radicalmente il patrimonio dell’investitore, si manifesteranno dopo circa vent’anni.

Perché dovremmo iniziare a investire ora se ci aspettiamo un calo?

Potrebbe sorgere spontanea la domanda: se l’intera strategia si basa sull’attesa di un crollo significativo dei prezzi delle azioni legate all’intelligenza artificiale, perché dovremmo iniziare ad acquistarle ora? La risposta a questa domanda si trova nella psicologia dell’investitore. Se non si inizia a investire oggi, quando l’entusiasmo e le prospettive sono allettanti, difficilmente si avrà la determinazione di continuare a investire mensilmente in un progetto a lungo termine, e ancor meno la forza di farlo quando le condizioni di mercato saranno meno favorevoli dal punto di vista emotivo, sebbene più vantaggiose razionalmente. Inoltre, è impossibile prevedere con precisione in quale fase della bolla ci troviamo attualmente.

Questo grafico  illustra l’andamento del Nasdaq dal 1997 al 2004 con barre che rappresentano l’andamento mensile. In basso, evidenziato in rosa, è indicato il drawdown. Anche se si potesse ipotizzare un andamento simile per il futuro, non possiamo sapere se ci troviamo in una fase analoga al 1997, al 1998 o al 1999. La mia esperienza mi porta a escludere che ci troviamo in una fase paragonabile al 2000, semplicemente perché le valutazioni delle aziende di oggi non sono paragonabili a quelle di allora e l’euforia sui mercati è molto meno intensa rispetto a quella del 2000. Ritengo poco probabile che ci troviamo in una fase simile al 1999 e attribuisco maggiori probabilità all’ipotesi di trovarci in una fase analoga al 1997, quando Internet era ancora una tecnologia emergente, conosciuta da un gruppo relativamente ristretto di appassionati (tra cui chi scrive), ma che non aveva ancora influenzato il grande pubblico.

Ulteriori dettagli e il foglio di calcolo

Ho delineato la strategia in termini generali, ma è ovvio che nella pratica ci sono molti altri dettagli da considerare, dato che raramente gli investitori partono da una posizione di totale liquidità. Solitamente si parte da investimenti preesistenti, che non possono essere ignorati. La maggior parte degli investitori avrà già un certo numero di azioni nel proprio portafoglio. In questo caso, è essenziale valutare se la quantità di azioni detenute è adeguata al proprio profilo d’investitore o se vi è margine per aumentarla. Se il portafoglio azionario è già in linea con il profilo dell’investitore, la strategia presentata deve affrontare una questione aggiuntiva: quando e come vendere la quota di azioni da destinare all’investimento nell’intelligenza artificiale? Questa è una questione complessa che deve essere risolta individualmente, in base alle caratteristiche specifiche dell’investitore e al tipo di azioni già presenti nel portafoglio.

Nel mio piano originale, volevo accompagnare questo articolo con un foglio di calcolo che mostrasse i risultati ottenibili oggi applicando la strategia proposta dal 1997 al 2002 (per la fase di investimento), sia investendo nel Nasdaq, sia in alcune azioni che all’epoca erano considerate leader emergenti nel settore di Internet. Tuttavia, questo articolo si è già esteso oltre le mie previsioni, quindi ho pensato che potrebbe essere interessante presentare il foglio di calcolo in un webinar, durante il quale potrei anche rispondere a domande per chiarire meglio come applicare questa strategia.

Vi invito quindi a lasciare nei commenti a questo post su LinkedIn se l’idea di un webinar vi interessa e a indicare anche le fasce orarie che preferireste. Sarà utile ricevere nei commenti anche domande specifiche sull’applicazione della strategia. In un eventuale webinar, risponderò prima a queste domande e poi aprirò alla sessione di domande dal vivo. ,

Se non avete LinkedIn o preferite non utilizzarlo, potete usare la form qui sotto per esprimere il vostro interesse al webinar e lasciare domande.

 

PS Il foglio di calcolo ed il webinar sono stati presentati in questo questo articolo 

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